La Polizia Federale brasiliana ha avviato un’inchiesta sulle accuse contro il ministro dei Diritti Umani, Silvio Almeida. Ecco il motivo.
La Polizia Federale del Brasile ha avviato un’indagine sul ministro dei Diritti Umani, Silvio Almeida, in seguito a gravi accuse di molestie sessuali. Il direttore generale della Polizia, Andrei Rodrigues, ha confermato che l’inchiesta si basa su denunce raccolte dalla Ong Me Too e diffuse dalla stampa locale. Le accuse riguardano principalmente quattro dei dieci casi segnalati, inclusa quella che coinvolge la ministra dell’Uguaglianza razziale, Anielle Franco.
Brasile: le accuse contro il ministro
Come riportato da riferito dal direttore generale della Pf, Andrei Rodrigues, in un’intervista a GloboNews e da Ansa, la polizia si concentrerà inizialmente su quattro delle dieci accuse di molestie sessuali mosse contro Almeida. “Inizieremo l’indagine di nostra iniziativa dato che non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni”, ha dichiarato il funzionario. Queste accuse sono emerse grazie all’ONG Me Too e sono state amplificate dai media locali.
Tra le vittime si trova Anielle Franco, ministra dell’Uguaglianza razziale, la cui testimonianza potrebbe influenzare significativamente il futuro politico di Almeida. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha programmato un incontro con Franco per valutare la situazione. La conferma delle accuse potrebbe rendere insostenibile la posizione di Almeida nel governo.
Il sostegno e la difesa del ministro
Poco dopo la diffusione delle indiscrezioni di stampa la moglie di Lula ha pubblicato una foto su Instagram baciando Anielle Franco, interpretata dalla stampa come un segnale di sostegno alla presunta vittima. Lula ha fissato un incontro con Franco e, dopo aver parlato con Almeida, potrebbe decidere oggi stesso sulle sue dimissioni.
Nel frattempo, Silvio Almeida ha negato tutte le accuse, definendole “assurde illazioni” e ha chiesto che l’organizzazione Me Too Brasil fornisca ulteriori dettagli sulle denunce. Almeida ha anche denunciato l’ONG per la diffusione delle accuse, sostenendo di essere vittima di una campagna diffamatoria.